
Il ghosting – interrompere ogni forma di comunicazione con qualcuno senza fornire spiegazioni – provoca una sofferenza psicologica più duratura rispetto a un rifiuto esplicito. È quanto emerge da un recente studio condotto da Alessia Telari, Luca Pancani e Paolo Riva del dipartimento di Psicologia dell’Università di Milano-Bicocca, pubblicato sulla rivista Computers in Human Behavior.
Lo studio, intitolato “The Phantom Pain of Ghosting: Multi-day experiments comparing the reactions to ghosting and rejection”, è il primo lavoro ad osservare in tempo reale come le persone reagiscono al ghosting, dopo le ricerche basate su ricordi o immaginazione.
Il team di psicologi di Milano-Bicocca ha utilizzato un metodo sperimentale affiancato a questionari giornalieri grazie al quale è stato possibile studiare come cambiano nel tempo le reazioni psicologiche delle persone al ghosting rispetto al rifiuto esplicito, mettendo in discussione l’idea diffusa secondo la quale nelle relazioni brevi o poco profonde “sparire” sia un modo più delicato per chiudere il rapporto.