Guerra contro il virus-nemico. Ospedali-trincee. I medici eroi. I ricercatori di Filosofia del linguaggio del Dipartimento di Psicologia di Milano-Bicocca, in collaborazione con il Laboratorio di Linguaggio e Cognizione diretto dal professor Filippo Domaneschi presso l’Università di Genova, subito dopo il primo lockdown, si sono chiesti se le metafore belliche utilizzate per trattare i temi legati alla pandemia influenzassero i comportamenti delle persone.
Lo studio, pubblicato su PLoS One (Does the COVID-19 war metaphor influence reasoning?) è stato condotto a giugno del 2020 su un gruppo di 200 italiani.
I ricercatori hanno svolto il loro esperimento presentando degli scenari legati alla pandemia, e chiesto ai partecipanti di indicare con quali alternative si trovavano maggiormente d’accordo. Ad esempio, dopo aver parlato del problema della diffusione di fake news legate al COVID-19, tra le alternative proposte c’era sia quella di permettere la censura di opinioni personali se pericolosamente in contrasto con le indicazioni del Governo, sia quella opposta che porta a salvaguardare sempre e comunque la libertà di opinione.
Il punto fondamentale è che gli scenari venivano proposti in una formulazione neutra per metà dei partecipanti, e in una formulazione contenente diverse metafore belliche per l’altra metà dei partecipanti.